l’ABBANDONO non abbandona


Giorni fa ho seguito in TV un approfondimento sulla legittimità (o meno) dei figli adottati nel poter conoscere le proprie origini, relativamente al nome della madre biologica che li ha concepiti, per una serie di svariate motivazioni: bisogno interiore, diritto all’appartenenza, necessità mediche di prevenzione o per pura e sola curiosità… e via dicendo.
In Parlamento si dibatte e si discute da molto su questo “Principio delle Radici” in quanto si frappongono a tal riguardo due pensieri contrastanti e frapposti tra loro: il primo, che difende il regime di quell’anonimato da “NN” che resti innominabile PER SEMPRE, a rispetto di una volontà ed un diritto sancito ed acquisito all’atto della nascita, mentre la parte opposta a quell’oblio, pretende che sia concesso a TUTTI di conoscere le proprie origini, e questo perché  “l’essere abbandonati è un peso che fa un gran male dentro”, a prescindere da come viene assorbito da ogni diversa persona, che sia di forma positiva (fortuna di essere comunque nati e potuti essere scelti come figli) o negativa (respinta categorica di un errore da cui separarsi per sempre e in maniera irreversibile)
Senza soffermarmi sulla questione legislativa, dirò solo che “l’abbandono non ti abbandona MAI”… perché dentro di te sarà sempre accesa quella esile fiammella (o falò incessante) che alimenta curiosità, richiamo ed interesse a volersi ricongiungere con un lato oscuro… poter chiudere il cerchio della propria conoscenza, o provare a chiedere “il perché”… o anche solo poter ringraziare, stringendole la mano o in un abbraccio, o guardandola negli occhi, mentre le sorridi o osservi da una foto su una lapide dettagli che ti riguardano… ti assomigliano.. ti appartengono!
Inutile sottolineare che sono dell’idea che nascere è un privilegio assoluto, che va difeso da qualsiasi  rischio della morte per aborto, fosse anche a condizione di un sacrificio, che peserà per sempre: non sapere a chi apparteniamo!

Capisco che possa essere un argomento che interessa soprattutto chi è segnato da analoghi destini, ma voglio coinvolgere tutti in una riflessione  attraverso 2 dati statistici percentuali?
–          l’85% dei figli adottivi alla ricerca delle proprie origini sono DONNE
–          il 90% delle ricerche si limita solo alla ricerca della MADRE biologica e mai a quella del padre!

Vuoi vedere che, alla fine, l’uomo è solo uno strumento genetico e null’altro di qualificabile e meritevole di essere conosciuto… specialmente quando si sottrae al compito di PADRE?

Vi auguro una buona settimana, abbracciando idealmente quell’esercito infinito di FIGLIA ADOTTATI che spera sempre di potersi ricongiungere alle proprie origini, con la consapevolezza che FIGLI lo si è di chi ti cresce e non di chi ti mette al mondo… e che quel SI’ è un dono vitale… che permette una grande fortuna non per tutti pochi: essere SCELTI come FIGLI!

«Una donna che diventa madre d’un bambino nato da un’altra donna è come acqua che evapora e si fa nube, volando in cielo per portare acqua di vita ad un albero giù nel deserto.» Madre Teresa di Calcutta


Pubblicato da Gianfranco Iovino

giornalista, scrittore

2 pensieri riguardo “l’ABBANDONO non abbandona

  1. È una realtà triste, l’abbandono. Come tutte le altre cose tristi, spezza l’animo e le sue ali. L’essere abbandonato è come privare a un fiore di sbocciare, spiegare i suoi petali rossi, che vorrebbero donare amore nella vita, e speranze ad altri come lui, e ad altri più “fortunati”. Ci sono, però, persone di cuore, che non posso concepire i frutti della natura e raccolgo il seme del dolore, nutrendolo e facendolo crescere, fino a sentirlo suo, per sempre. Sarà anche destino, ma è come dici tu. Nascere è un privilegio, nascere è la luce stessa che manda la vita. E immagino che l’abbandono è un peso enorme, che sembra aumentare giorno per giorno, un sasso sempre più duro. Ti auguro un buon fine settimana Gianfranco, tra le braccia delle persone che ami.

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